La gestione commissariale. A che serve la politica ?

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 24 marzo, 2010

In questi giorni ho incontrato un certo numero di dirigenti del Comune, con i quali ho avuto rapporti dicommissario collaborazione istituzionale in questi anni, come consigliere comunale  e presidente di commissione. Lo scopo di questi incontri era quello di farmi un’idea più precisa (al di là di ciò che si può leggere dai giornali) della gestione commissariale, e di tenere sotto controllo lo stato di avanzamento di alcuni progetti ed iniziative delle quali mi ero occupato nel corso del amndato amministrativo.

Riporto in estrema sintesi l’impressione che ho tratto dai colloqui.

Nei prossimi mesi la vita della città continuerà senza grandi scossoni, secondo una logica di ordinaria amministrazione, regolata dal bilancio approvato, dalla gestione dei dirigenti (vero motore della macchina comunale) e dalle decisioni del Commissario,  che saranno rapide, non dovendo essere precedute da confronti politici nè da passaggi istituzionali in Commissione e Consiglio comunale. Quanto al merito, si tratterà di decisioni nella maggior parte dei casi pressochè obbligate in quanto richieste da una procedura già avviata o da necessità urgenti.

Il Commissario, di fatto, è un superfunzionario, una sorta di Direttore Generale dotato di amplissimi poteri, ed i dirigenti comunali, pur essendo a lui (o a lei) subordinati, ne condividono lo status di manager, non caratterizzato politicamente.

Dopo di che, la domanda cruciale è: c’è un valore aggiunto della politica, della buona politica, che giustifica la richiesta che si vada a votare al più presto?

O, in altre parole: perchè i cittadini bolognesi dovrebbero rimpiangere i loro rappresentanti politici ed augurarsi di poterli quanto prima delegare nuovamente alla guida della città?

Io penso che le decisioni altamente discrezionali (cioè quelle che offrono più alternative assai diverse fra loro) e le scelte strategiche (cioè che condizioneranno la vita della città per molti anni avvenire) non è opportuno che vengano assunte da una persona sola (sia pure saggia ed illuminata) politicamente irresponsabile e priva di una delega da parte dei cittadini, ma debbono essere prese da amministratori democraticamente eletti sulla base di un programma.

Mi riferisco, per fare solo alcuni esempi, ai Piani urbanistici operativi in attuazione del Piano strutturale comunale, al Piano strategico, alla riforma del decentramento ed alla Città Metropolitana, alla destinazione dell’avanzo di amministrazione conseguente all’approvazione del consuntivo 2009, al prossimo bilancio 2011, alle scelte strutturali per far fronte ad una drammatica emergenza abitativa, alla messa a regime della riforma del welfare, alle modalità di raccolta dei rifiuti.

Aggiungo infine che mi sembra inconcepibile che gli esponenti politici del centrodestra (per dubbi interessi di partito) accettino di buon grado che l’elezione del nuovo Sindaco e del Consiglio comunale possa essere rinviata alla primavera 2011: chi la pensa così avvalla l’idea dell’inutilità della politica ed abdica di fatto al proprio ruolo ed alla propria responsabilità.

Commenti dei lettori

Saggia riflessione… La proposta potrebbe essere quella per cui alla politica vengano demandate solo le decisioni che lei chiama “altamente discrezionali e strategiche” lasciando tutte le altre alla gestione “ordinaria” evitando così i rallentamenti, cambi di decisione o le indecisioni a cui molte volte stiamo assistendo. Ci si dovrebbe concentrare solo su ciò che è veramente decisivo ed iportante per una città (ma la riflessione vale per ogni livello amminsitrativo!). Ma questo sarebbe molto più difficile e trasparente… meglio mantere anche piccole attività su cui decidere che permettano una visibilità sul ruolo (o quando non ci sono grandi decisioni da comunicare!). Ricordiamo tutti infatti l’operazione di Cofferati sui lavavetri: non era una decisione “altamente discrezionale nè strategica” ma ha permesso di far parlare del precedente sindaco!

#1 
Scritto da Francesca il 24 marzo, 2010 @ 16:20

Emergenza abitativa????
Nel senso che i prezzi delle abitazioni sono alle stelle, non certo per mancanza di cemento. Perchè sia a Bologna che nei comuni limitrofi negli ultimi 10 anni si è costruito decisamente troppo, infatti mai come ora ci sono stati non dico palazzi, ma zone grandi come quartieri sfitte e praticamente abbandonate……. Esempio le iper lottizzazioni di Zola Predosa i palazzi sfitti in località San Biagio a Casalecchio e via via in tutto l’hinterland.. Come al solito io penso male e visto che i giochini per fare inutili palazzi residenziali nelle ex caserme hanno il solo scopo di lucro ( la storia del demanio che vuole ricavare cespiti finanziari che mi è stata raccontata alcuni post fa non mi pare suffragata da nessuna prova concreta e neppure indiziaria).
Ergo c’è la possibilità che la politica voglia essere protagonista proprio quando non dovrebbe e cioè durante le gare d’appalto dove le regole dovrebbero essere rigide, trasparenti e non modificabili.. La cronaca giudiziaria degli ultimi anni ci ha insegnato che assessori e giunte comunali possono molto (troppo) sia durante che dopo le cosiddette gare d’appalto. Che gli appalti pubblici sono enormemente più onerosi di quelli privati, che i cantieri non terminano mai, le penali non le paga mai nessuno se non pantalone ecc… Insomma l’edilizia “pubblica” è un businness troppo ricco per lasciarlo ad un commissario qualunque, meglio i professionisti della politica?
Penso molto male vero?

#2 
Scritto da daniele il 24 marzo, 2010 @ 22:22

@Francesca - L’equilibrio di poteri fra funzionari e rappresentanti politici eletti all’interno delle istituzioni pubbliche mi ha sempre incuriosito.

Negli anni l’ho percepito a volte come un sistema a garanzia del cittadino / della cosa pubblica, volto a mantenere coerenza e continuità nell’amministrazione, e a volte (soprattutto in anni più recenti, quando le nomine di stampo politico a fine legislatura sono diventate pratica più comune) come un sistema pensato per boicottare la capacità di governare dei neo eletti.

Purtroppo non credo che esista una risposta ovvia a livello di “mansionario”. Come sempre perché il sistema funzioni bene serve la buona fede di chi ne fa parte.

Il tuo commento mi ha comunque fatto venire in mente la battuta del film “Tutti giù per terra”, rivelatoria per me che all’epoca mi accingevo ad iniziare il servizio civile: “Ricordati una cosa: gli obiettori passano… gli assessori passano… ma i funzionari come me… restano.” (http://www.youtube.com/watch?v=En2ecULbnOk)

#3 
Scritto da mac il 25 marzo, 2010 @ 17:10

Che esistano amministratori corrotti è certo: basta leggere le cronache dei giornali. Ma questo non autorizza a pensar male di tutti.
Per quanto riguarda le aree ex-militari, l’accordo tra Demanio e Comune raggiunto dall’amministrazione Cofferati, rappresenta un grande successo per la città. Lo Stato non è disponibile a regalare le aree al Comune. L’unica possibilità per poterle acquisire in parte per aree a verde e servizi (scolastici, sportivi, parcheggi) implica che si permetta allo Stato una loro valorizzazione parziale in termini di capacità edificatoria. La garanzia di uno sviluppo equilibrato e rispettoso dell’ambiente e del paesaggio è data dal fatto che tutti gl’interventi debbono essere compatibili con il Piano Strutturale.

#4 
Scritto da Paolo Natali il 25 marzo, 2010 @ 21:49

Ritornando alla domanda direi che la politica è fondamentale. Un qualsisi burocrate non eletto ma messo lì per tirare avanti oggi come oggi fa pochissimo e manda in declino un’intera comunità. E non può decidere niente perchè non ha legittimazione e quindi potenzialmente si può trovare tutta la comunità contro. Quindi la politica serve per forza perchè ha la legittimità a governare. Poi non tutti sono dei santi e per questo vanno allontanati dalla politica perchè solo così ci si può proporre alla società avendo una certa credibilità che se persa porta al primato dei burocrati o degli illuminati di turno.

Venendo al tema ambiente dico che sicuramente c’è stata tanta cementificazione che non ha portato ad un abbasamento dei prezzi come auspicato perchè purtroppo secondo me bisogna incidere su altre leve. Io temo che alcuni mercati non debbano essere lasciati completamente al mercato ma vanno regolati se no poi, almeno per quanto riguarda il mercato immobiliare, finisce come negli Stati Uniti.

#5 
Scritto da Lorenzo il 26 marzo, 2010 @ 11:39

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