Il mio coetaneo poeta che voleva capire l’amore

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 7 marzo, 2012

dalla

Lucio Dalla

Faccio mio il titolo del ricordo di Lucio Dalla a firma di Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose, apparso su Repubblica del 5 marzo scorso. Anch’io infatti sono nato nel 1943 ed ho condiviso con Lucio e con altri “cinni” (come i fratelli Bonaga) i giochi di strada (e le liti) in via Castiglione e dintorni (via de’ Poeti, via de’ Chiari dove ho abitato fino al ‘68 e piazzetta S.Giovanni in Monte).

Da quanto scrive Bianchi, dalle testimonianze di chi ha conosciuto Lucio e, soprattutto, dai testi di tante delle sue canzoni (che amo ed ascolto sovente) emerge che Dalla credeva profondamente nell’amore e cercava di viverlo in modo intenso, sincero e personale (“a modo mio”), anche se imperfetto (e ne era consapevole), come peraltro tutti sperimentiamo nella nostra vita.

In particolare il suo ultimo album (un doppio CD composto da 4 brani inediti e da 27 sue canzoni già note), dal titolo (“Questo è Amore”: si noti la A maiuscola) e dai suoi contenuti, rappresenta una sorta di testamento e di riassunto di tutta un’esistenza.

Bianchi, che aveva presentato l’album a Torino insieme a Dalla nel dicembre scorso, così scrive: “Cos’è l’amore?”, mi chiedeva in un modo che pareva ossessivo. Non che non lo sapesse, ma voleva sempre mettersi alla prova, interrogarsi per verificare se i suoi rapporti, i suoi amori erano Amore.

“Vorrei capire che cos’è l’amore, dov’è che si prende, dov’è che si dà” (parole tratte dal testo di “Le Rondini”, letto da Marco Alemanno durante il funerale): non sono versi frivoli, non sono parole leggere, sono invece l’espressione della sua appassionata ricerca dell’amore. Ci sono persone che per tutta la vita cercano solo l’amore, fino a essere vittime dell’amore che inseguono in modi a volte incomprensibili per gli altri. Lucio era una di queste persone: cercava l’amore, ma soprattutto credeva all’amore.”……. Gli piaceva sentirsi ripetere che “l’amore vince la morte”, che nel cristianesimo proprio questo è il fondamento della fede: la morte, infatti, resta per tutti un enigma ed esige di essere vinta. Ma da chi? Dall’amore……….”Buona notte anima mia, adesso spengo la luce e così sia!”. Buonanotte Lucio, dormi, riposa nell’Amore, perchè è certo che, come cantavi tu, “se Dio esiste voi, voi vi ritroverete là, là. Amore” (da “Amore disperato”). Sì Lucio, ci ritroveremo là, nell’Amore.

Tra i tanti riferimenti all’amore contenuti nei testi delle canzoni di Dalla aggiungerei “E’ l’amore che ci salverà”, che conclude “Henna”

Un’ultima parola sulle polemiche di alcuni esponenti del mondo gay nei confronti della Chiesa, ma anche di Dalla stesso. A me pare che Dalla abbia sperimentato in tutta la sua vita, fino al commiato finale in S.Petronio, l’accoglienza della Chiesa, ricca nella sua diversità, dai suoi esponenti “istituzionali” (la Curia ed il clero diocesano) a quelli più “carismatici” (credo non sia casuale che l’itinerario spirituale di Lucio sia passato tutto attraverso figure di religiosi, come p.Pio, p.Casali e p.Boschi, i francescani di Assisi, p.Chessa ed Enzo Bianchi). E per quanto riguarda il suo (giusto) rifiuto di farsi etichettare mi sembrano espressive le sue parole di un’intervista del 1979: “Non mi sento omosessuale, mi sento pronto e disponibile a tutte le situazioni di amore, affetto, amicizia, sentimenti, tenerezza. Poi in realtà sono un uomo molto confuso, ma credo che gli uomini abbiano diritto ad essere confusi, perchè sono sgradevoli gli uomini che si ritengono conclusi”.

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Commenti dei lettori

C’è speranza se questo accade a BO …

#1 
Scritto da VINCENZO Zacchiroli il 8 marzo, 2012 @ 01:57

E’ vero, caro Vincenzo.
Un abbraccio.
Paolo

#2 
Scritto da Paolo Natali il 8 marzo, 2012 @ 12:32

Sei riuscito a risvegliare ed a raccogliere attorno a te la citta’ di Bologna che,ormai da anni,sembrava ibernata e indifferente a tutto e a tutti.
Grazie anche per questo Lucio dal tuo tifoso-coetaneo Giuliano .

#3 
Scritto da Giuliano Satanassi il 8 marzo, 2012 @ 14:43

Domenica ero fuori Bologna ed ho molto sofferto la non-contemporaneità del saluto di Bologna a Lucio Dalla. Era il momento di esserci ed io ero lontano. Al mio rientro mi sono precipitata in Piazza per respirare quello che restava dell’atmosfera del 4 marzo 2012: il grande poster con “ciao Lucio”, l’altoparlante che diffondeva le sue canzoni, il mucchio di fiori e bigliettini davanti al portone della sua casa, un fotografo appostato in attesa -forse- di personaggi famosi da immortalare, gente comune che guardava, sostava, sorrideva, i cartelli dei vicini e dei negozianti di Via D’Azeglio, tanti altri cartelli di saluto, di commiato, di arrivederci…, poi ancora tanta gente che andava in sù e in giù, come sempre… come sempre in piazza Maggiore, come sempre nella vita di ogni giorno, si piange, si ride, si ricomincia daccapo e si comincia un nuovo capitolo. Lucio ha già cominciato quello che dovrebbe essere il capitolo più bello, ultimo e definitivo. La fragilità del nostro credere si irrobustisce della serenità che emerge oltre le lacrime e che nasce dalla speranza che l’Amore già sperimentato seppure solo parzialmente sarà tutto in tutti. E il cielo ci riserverà meraviglie nuove…

#4 
Scritto da carla baiesi il 8 marzo, 2012 @ 16:16

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