A proposito di PNRR
Su Repubblica del 5 aprile scorso è comparso un articolo a firma di Tito Boeri e di Roberto Perotti intitolato “Cinque errori sul Pnrr”. In esso gli autori criticano alla radice il Piano, i cui soldi, in larga misura presi a prestito e non erogati a fondo perduto, “non sappiamo come spenderli e rischiamo di spenderli su progetti inutili o addirittura dannosi”.
Le critiche sono articolate in 5 punti.
Il Pnrr è nato nel modo sbagliato. “Si è voluto portare a casa più soldi possibile per poi porsi il problema di come spenderli”. “Nessun Paese, tanto meno l’Italia, è in grado di spendere così tanto in così poco tempo”.
Si è fatto troppo poco per migliorare la nostra capacità di spesa. Procedure di aggiudicazione dei lavori lente e farraginose. Ritardi nell’assunzione di tecnici e funzionari nella pubblica amministrazione. Il governo Meloni ha cambiato la governance del Piano.
Le priorità sbagliate. “Una lista della spesa infinita con decine di proposte strampalate, perchè “tanto ci sono i soldi del Pnrr”. “Pochi miliardi per le periferie e la qualità della vita”.
La fretta. “E’ molto più facile spendere soldi in fretta su mega impianti già esistenti.” “A RFI che normalmente spendeva 2 miliardi all’anno per investimenti è stato chiesto di triplicare la spesa”.
La trasparenza, il monitoraggio e il controllo della società civile. “Con fondi così ingenti è quasi impossibile controllare cosa fa il governo.” “Nessun paese, neanche i meglio amministrati, potrebbe gestire utilmente ed efficientemente un tale fiume di denaro in così poco tempo”. ”Non ha senso prendere a prestito per spendere in progetti con scarso valore per la società”.
Commento.
Difficile criticare più aspramente di così un piano di tale importanza. Da segnalare che la critica viene da due tecnici non certo di destra ed è pubblicata da un giornale che certo non simpatizza per la Lega. Eppure la conclusione dell’articolo è sostanzialmente in sintonia con le uscite più recenti di esponenti della Lega che proponevano di restituire all’Europa buona parte dei fondi che non si riuscirà a spendere entro il 2026. Mi sarei aspettato sui giornali di oggi una serie di reazioni che invece non ci sono state. Vedremo.