In ricordo di don Nildo

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 17 novembre, 2021

Don Nildo Pirani ci ha lasciato. Ci mancherà. Vorrei ricordare i momenti salienti della sua vita attraverso una poesiola che scrissi nel gennaio 2017 in occasione del suo ottantesimo compleanno.

Don Nildo compie 80 anni

Ottant’anni: un bel traguardo,

veramente di riguardo.

Li ha compiuti don Pirani:

sù, battiamogli le mani.

E’ don Nildo un grande prete,

tutti voi già lo sapete.

Don Nildo Pirani

Nella chiesa bolognese

la sua vita bene spese.

Senza stare troppo in vista

egli n’è un protagonista.

Lo vogliamo raccontare

non suonando le fanfare

ma pescando tra gli eventi

e parlando dei momenti

che han segnato la sua vita

ch’è tutt’altro che finita!

Nacque in quel di Mirabello

un ameno paesello,

della diocesi ai confini

nota ovunque per i Fini.

Un di loro, ch’è don Mario,

forse è entrato in seminario

per l’influsso di Pirani

che gl’ impose un dì le mani

quando era catechista,

e non fu certo una svista.

Di famiglia numerosa,

(certamente una gran cosa)

oltre a Nildo anche Agostino,

che del nostro è fratellino,

diventato è sacerdote,

e di un prete è anche nipote.

Seminario in Appennino,

quando era ancor bambino,

coltivò la vocazione,

a Molino del Pallone.

Gli esercizi con Dossetti

risultarono perfetti.

Certi temi conciliari

gli divennero assai chiari.

L’importanza della Messa

che non era più la stessa:

l’abbandono del latino

e l’altare più vicino.

E’ dei poveri la chiesa”,

verità che ancora pesa.

E fu allor che venne offerta

della Bibbia la scoperta.

Fu ordinato da Lercaro,

arcivescovo a lui caro.

Cappellano vien mandato

(ruolo ormai dimenticato)

prima in quel di Casalecchio,

dove il parroco era vecchio,

quindi a S. Caterina

dalla sera alla mattina.

Nel lontan sessantasei

(cinquant’anni, amici miei)

si era in pieno post-concilio,

eravamo in visibilio.

Nildo è a S. Sigismondo

dove trova un altro mondo.

Siamo all’Università

e il Pirani cosa fa?

Dei cattolici studenti

è il miglior degli assistenti,

e così conosce tanti

che qui ancor gli son davanti.

Son dieci anni molto accesi

da don Nildo bene spesi.

E alla fine (grande pacchia)

gli vien data una parrocchia,

quella della Beverara

dove molte cose impara

e ne dona a piene mani

ai suoi cari parrocchiani.

E’ un pastore molto amato

e da tutti rispettato.

Pure gli atei più attenti

di don Nildo son contenti.

Ospitale ed accogliente

è stimato dalla gente.

Lui va spesso a Monteacuto

dove è molto benvoluto.

E dà spazio pure a quei

che si definiscon gay.

Così anticipa Bergoglio,

incurante del subbuglio

che scatena nella Curia:

c’è qualcuno che s’infuria.

Dopo anni trentasei

(sono tanti, cari miei)

a succedergli è chiamato,

altro prete molto amato,

Mattarelli, don Maurizio.

Un evento assai propizio

perchè dà continuità

(è una vera rarità)

al suo stile pastorale,

salvo ciò che è personale.

Questa è la sua biografia,

una vera sinfonia.

Se scordai fatti importanti

chiedo venia a tutti quanti.

Ma ora vi vorrei parlare

delle doti belle e rare

che ha mostrato don Pirani

ai vicini ed ai lontani.

Da teologo erudito

ha insegnato a menadito

catechismo e religione

e per ogni sua lezione

gli studenti già eruditi

lo ascoltavano rapiti.

Fu anche celebre scrittore:

lo voleva ogni editore.

Il suo libro, si assicura,

ebbe forte tiratura.

Tanto Bianchi che Mancuso

ne raccomandavan l’uso.

Don Pirani, equilibrato,

ha raggiunto un gran primato.

Assistente dell’ A.C.

molto bene egli riuscì.

Ma ha riscosso grandi allori

anche tra gli esploratori.

Lo ricordo (anni novanta)

agl’ incontri dei Quaranta.

Lo vedevi dormicchiare?

No. Lui stava a meditare.

Alpinista di valore

conquistava in poche ore

Lagazuoi e Sass di Stria

senza usar la funivia.

Ha girato mezzo mondo,

è un fotografo fecondo.

Nildo è uomo di cultura.

Di sua casa son le mura

tappezzate di volumi:

la sapienza scorre a fiumi.

Con Tarcisio e con don Aldo

il rapporto è molto saldo.

Con don Giulio e con don Fini

si conoscon da bambini.

Con don Cova e Mattarelli

sono quasi dei fratelli.

E fu pure assai vicino

al compianto don Paolino.

Anche il vescovo Matteo,

che frequenta ogni corteo,

conosciuto ha don Pirani

e così con le sue mani

gli dà la benedizione

e fa una dichiarazione:

Chi frequenta S.Egidio

veramente io l’invidio.”

Ottantenne anche Francesco,

col suo stile così fresco,

quando ha appreso dell’ evento

ha esternato un sentimento:

Provo grande simpatia

per don Nildo. E così sia”

Tra l’incenso e le orazioni,

litanie e celebrazioni,

salmi e canti gregoriani…..

lunga vita a don Pirani!

Paolo Natali

Bologna, 11 gennaio 2017

Nihil obstat quominus imprimatur

Tra essi, oltre a don Mario, anche Gianfranco Fini, la cui madre è nata proprio a Mirabello.

Le cronache (Giancarla Matteuzzi) narrano un episodio: don Nildo era catechista di don Mario Fini, di 8 anni più giovane di lui, ed una volta gli diede uno scappellotto per cause imprecisate (ma certamente giustificate).

Don Nildo è il primo di sette fratelli, quattro maschi e tre femmine, ancora viventi in sei.

Ex parroco della Grada.

Licenza poetica: in realtà a Borgo Capanne, peraltro non molto distante da Molino del Pallone.

L’autore si riferisce agli esercizi spirituali che precedettero l’ordinazione di don Nildo.

Nel 1961.

Per la precisione a S. Martino. Dal 1961 al 1962.

A S. Caterina di Saragozza. Dal 1962 al 1966.

Si viveva un clima di entusiasmo per le novità che il Concilio aveva portato nella vita della Chiesa.

Dal 1966 al 1976 è cappellano nella parrocchia universitaria di S.Sigismondo.

Sono gli anni dei fermenti studenteschi, che precedono a Bologna, i fatti del ‘77 con la morte di Francesco Lorusso.

Don Nildo diede ospitalità in parrocchia ad un coro di omosessuali, provocando un certo clamore sulla stampa cittadina.

E’ rimasto famoso il “Chi sono io per giudicare un omosessuale ?” di papa Francesco

L’autore, in un modo forse un po’ contorto, vuole mettere in evidenza il fatto che il passaggio di consegne tra don Nildo e don Maurizio è avvenuto in un clima di piena comunione e con la partecipazione consapevole della comunità, fatto per niente scontato.

Ha insegnato alle Dorotee, al Fermi ed al Righi, all’Istituto superiore per le scienze religiose.

Il suo testo “Nel segno di Cristo”, d’ispirazione conciliare, ebbe larga diffusione nelle scuole.

Improbabile. L’autore si è fatto prendere un po’ la mano dal desiderio di valorizzare don Nildo.

Di solito i preti sono favorevoli all’Azione Cattolica e contrari agli scout o viceversa.

Il gruppo dei Quaranta (ma eravamo sempre in meno…..) s’ incontrava a casa di Giancarla Matteuzzi.

Tanzania, Brasile, Grecia, Siria, Marocco, Svizzera, Turchia, Terra Santa, Santiago de Compostela……

L’autore ha ritenuto opportuno ricordare alcuni dei confratelli più cari a don Nildo, un elenco certo non esaustivo.

Il vescovo Zuppi ama partecipare alle marce della pace e ad altre iniziative popolari.

Don Nildo abita ora in via Paolo Fabbri e celebra la Messa nella chiesa di S.Egidio, cara al vescovo Zuppi anche per il suo legame con la comunità di S.Egidio a Roma.

Anche il papa ha ottant’anni compiuti il 17 dicembre scorso.

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