Bologna nel 2020 è al primo posto per la qualità della vita in Italia.

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 14 dicembre, 2020

Sole24Ore

Per il 31° anno il Sole 24 Ore ha pubblicato la sua classifica sulla Qualità della vita nelle 107 Province italiane.

Nel 2020 è Bologna ad aggiudicarsi il primo posto, seguita a breve distanza da Bolzano e, al terzo posto, da Trento.

Questo risultato è motivo di grande soddisfazione per chi, come me vive a Bologna. Le classifiche del Sole24Ore sono serie e qualificate. Tuttavia credo importante esaminarle un po’ a fondo per cercare, al di là del posizionamento nella classifica generale, che può cambiare in misura rilevante da un anno all’altro, di trarne considerazioni utili a valutare con attenzione punti di forza e di debolezza del proprio territorio.

Anche perchè la classifica dipende dai parametri utilizzati nella ricerca. Ad esempio nell’ analoga ricerca di Italia Oggi, pubblicata pochi giorni orsono, al primo posto si classifica Pordenone, al secondo Trento mentre Bologna è soltanto al 27°posto!

Vale la pena di chiarire che la classifica del Sole 24 Ore si basa su 6 gruppi tematici composti ciascuno da 15 indicatori. La novità di quest’anno consiste nel fatto che sono stati introdotti diversi indicatori (25) per misurare le conseguenze della pandemia e che ben 60 indicatori su 90 sono stati aggiornati con dati riguardanti il 2020.

Prima di guardare più in dettaglio l’analisi che riguarda Bologna, può essere interessante richiamare due aspetti.

Per quanto riguarda le grandi Province metropolitane, Milano è 12°, Genova 19°, Torino 21°, Firenze 27°, Roma 32°, Venezia 33°, Bari 72°, Napoli 92° e Reggio Calabria 95°.

Non è solo Bologna a primeggiare nella graduatoria, ma è tutta l’Emilia-Romagna ad essere premiata da risultati lusinghieri. Cinque province (Bologna, Parma, Forlì-Cesena, Modena e Reggio Emilia) sono tra le prime 20 della classifica generale, ed anche le altre 4 sono ben piazzate, tutte comunque (salvo Rimini, penalizzata dalla crisi del turismo legata alla pandemia) in netto miglioramento rispetto all’anno precedente.

E veniamo alle luci ed alle ombre di Bologna.

Tra le 6 sottoclassifiche tematiche Bologna eccelle in “Ricchezza e consumi” (1°), “Ambiente e servizi” (2°), “Cultura e tempo libero” (3°) ed “Affari e lavoro” (4°), mentre presenta risultati critici in “Demografia e salute” (60°) e soprattutto in “Giustizia e sicurezza” (105°).

Affinando ancora l’analisi si constata come i parametri che premiano maggiormente Bologna sono: il reddito disponibile pro capite, il tasso di occupazione, le nuove iscrizioni anagrafiche, la digitalizzazione, l’istruzione e la formazione, la diffusione di internet e gli eventi sportivi.

Il punto più debole si conferma, come negli anni precedenti, la lentezza della macchina giudiziaria e, soprattutto, il numero di reati denunciati (furti, estorsioni e violenze sessuali), dato questo particolarmente sconfortante e che deve far riflettere.

Può essere interessante riportare anche le motivazioni e le ragioni che, secondo gli estensori della ricerca, sono alla base del primato di Bologna. E allora si parla di:

“Una miscela di buon governo e responsabilità diffuse, di ricchezza manifatturiera e competenze tecniche, di coesione dentro la comunità e accoglienza verso lo straniero”. “Solidità e sobrietà di una struttura sociale ed economica forse più lenta al cambiamento rispetto ai capoluoghi europei ma anche più resiliente quando sferzano venti contrari”. “Nel vortice dell’emergenza Covid, la provincia di Bologna ha sfoderato la capacità di restare in equilibrio tra innovazione e pigrizia, tra spirito competitivo e stile gaudente, pur con tassi di contagi sopra il 3% e Pil in caduta di oltre 8 punti”.”La forza di Bologna è essere un crocevia geografico del Vecchio continente (ha meno di 400mila abitanti in città, un milione in provincia) senza essere una capitale, aver cioè salvaguardato la dimensione a misura d’uomo all’interno e, a cascata, una più equa e capillare distribuzione del benessere nel territorio circostante”.

Per concludere credo non si possa prescindere dalla qualità dell’amministrazione e degli amministratori. “Il podio di Bologna è anche un premio alla normalità (nel suo significato migliore) dei due mandati di Virginio Merola, che non ha mai brillato nella classifica dei sindaci più amati ma chiude a testa alta il suo ultimo anno a Palazzo d’Accursio”. Un giudizio che sottoscrivo totalmente.

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