Dopo le elezioni del 5 giugno: a proposito del M5S.

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 8 giugno, 2016

elezionicomunali

Elezioni comunali

Quali indicazioni di carattere politico generale è possibile trarre dal voto di domenica scorsa?

Naturalmente occorre tenere conto del fatto che si è trattato di elezioni comunali, che non hanno interessato l’intero territorio nazionale ed il cui esito è stato influenzato in misura determinante dalle situazioni locali (candidature, liste presenti ecc.): basta pensare, solo per stare all’Emilia-Romagna, ai risultati diversi di Bologna, Rimini e Ravenna (in entrambi i due ultimi comuni non era presente la lista dei “grillini”).

Ritengo che il M5s, al netto del profilo dei candidati (più o meno validi) che riesce a mettere in campo, continui ancora a godere di un vantaggio di carattere generale che gli deriva da diversi fattori che provo ad elencare: in città male amministrate può catalizzare il voto di protesta degli scontenti; non avendo fin qui governato città importanti può cavarsela con programmi elettorali attraenti ma di dubbia fattibilità (ricordate il “no all’inceneritore” di Pizzarotti, poi smentito dalla realtà?); sottolineare spesso il fatto di non essere né di destra né di sinistra può tornare utile nei ballottaggi ma lascia nell’incertezza su questioni cruciali come le politiche dell’immigrazione o l’Europa; rivendicare con giusto orgoglio l’onestà (fin qui per il vero non molto messa alla prova) ed il disinteresse provato dalla restituzione di parte delle indennità di carica rappresenta senza dubbio un convincente argomento.

A fronte di questi punti di forza (alcuni in verità un po’ ambigui) non si possono tuttavia trascurare alcuni punti di debolezza. Intanto il fatto di non essere riusciti a presentare candidature in diversi comuni, anche di rilievo, denuncia gravi carenze nei metodi di selezione delle candidature stesse, a causa di personalismi e rivalità locali. A ciò si aggiunge la scarsa trasparenza e la mancanza di democrazia interna: a chi rispondono gli eletti? quale il ruolo di Grillo, della Casaleggio & associati, del direttorio e dei misteriosi staff? Il vincolo di mandato che la nostra Costituzione esclude per gli eletti a tutti i livelli, è al contrario rigidissimo per gli eletti del M5s e ciò, in assenza di chiarezza su chi sia delegato a verificarne il rispetto, non può non destare gravi inquietudini, tanto più importante è il ruolo istituzionale ricoperto, fra due settimane magari il sindaco di Roma ed in futuro…..

Un sindaco, un presidente di regione, un presidente del consiglio rispondono innanzitutto all’indirizzo politico di una maggioranza consiliare o parlamentare ed al controllo delle minoranze; la loro azione ed iniziativa amministrativa dovrebbe inoltre ispirarsi ai contenuti programmatici ed ai valori ideali delle forze politiche risultate vincenti alle elezioni, forze politiche la cui vita democratica è trasparente ed il formarsi di maggioranze e minoranze risulta dallo svolgimento di congressi regolati da norme statutarie. Questo almeno è ciò che capita nel PD. Il M5s presenta invece, come detto sopra, molte opacità a tale riguardo.

Vorrei segnalare a questo punto un paradosso. Il M5s, che ha da tempo identificato in Matteo Renzi e nel PD il suo avversario principale, dovrebbe augurarsi che al referendum del prossimo ottobre vincano i Sì (decretando il trionfo di Renzi) e che la legge elettorale, fortemente voluta da Renzi, non venga modificata. Solo in questo modo il M5s, andando al ballottaggio e vincendolo (ipotesi niente affatto improbabile grazie alla sua incerta identità valoriale che attrae voti sia di destra che di sinistra) andrebbe al governo del paese.

Si tratta di uno scenario per me inquietante ma del tutto possibile.

Credo giusto peraltro che il M5s venga messo alla prova e che i cittadini, come si dice, possano giudicare se il budino è buono o cattivo, assaggiandolo.

Se la Raggi diventerà sindaco di Roma (ipotesi assai probabile) e se la Appendino diventasse sindaco di Torino (ipotesi meno probabile ma possibile, proprio per il vantaggio di cui il M5s gode nei ballottaggi) i cittadini italiani potrebbero avere elementi più probanti per giudicare un eventuale governo Di Maio una iattura da scongiurare o una possibilità da non scartare.

Commenti dei lettori

Vedo che siamo argomento di interesse! Ho letto tutto, ma registro qui soltanto “l’incerta identità valoriale” del M5S. Per quello che mi (ci) riguarda, vivendolo da dentro, mi viene da sorridere. Per l’identità valoriale della destra e della sinistra (ahimè!) attuali, mi viene da sbellicarmi.
Ma tu sei fin troppo raffinato e articolato nell’analisi (del resto eri sempre il primo). La realtà non lo merita. Si va più all’ingrosso, ormai.
Con immutata stima.

Gian Paolo

#1 
Scritto da Gian Paolo Roffi il 10 giugno, 2016 @ 01:29

Caro Gian Paolo, che piacere leggerti! Sarei lieto di parlare con chi come te vive l’esperienza del M5S dall’interno. Questo mi aiuterebbe a capire meglio una realtà complessa, a confermare qualche mia opinione ed a smentirne altre. Ora sono in vacanza ma quando torno ti cercherei, se non ti dispiace. Fammelo sapere. Un cordiale saluto. Paolo

#2 
Scritto da Paolo Natali il 10 giugno, 2016 @ 08:59

Con molto piacere. E vorrei anche farti conoscere la mia attività di “poeta totale” nel mio studio.
Adesso abbiamo anche il contatto FB. Il mio cell. è 347 9032593.
Buona vacanza!

Gian Paolo

P.S. Spero che la tua salute sia migliorata. Noi per oltre otto mesi abbiamo avuto una serie incredibile di disastri in famiglia. Adesso va meglio ma non è ancora finita.

#3 
Scritto da Gian Paolo Roffi il 10 giugno, 2016 @ 10:32

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