L’abolizione delle Province

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 7 luglio, 2013

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Lo stemma dell' Unione Province Italiane

Si tratta di un tema caro al leader del partito repubblicano Ugo La Malfa, che risale agli anni ‘70, successivamente all’istituzione delle Regioni: allora come oggi si sostiene che la nascita di questi enti comportava automaticamente l’inutilità delle Province. Peccato che le Regioni stesse abbiano poi provveduto nel corso degli anni a delegare o trasferire alle Province numerose competenze istituzionali che si aggiungevano a quelle attribuite dallo Stato centrale.

Negli anni seguenti l’argomento dell’abolizione dell’ente Provincia è periodicamente riemerso e scomparso come un fiume carsico, fino ad affermarsi, di questi tempi,come un vero e proprio mantra che, traendo origine da un diffuso sentimento di antipolitica, diviene indiscutibile e si afferma senza trovare ostacoli od opposizioni.

Ormai insomma dire che la Provincia è un ente inutile e che prima viene eliminato meglio è, risulta ovvio e persino banale: peccato che chi fa questa affermazione sembra ignorare quali siano le competenze esercitate oggi dalle amministrazioni provinciali.

Anche chi sbandiera i risparmi che la soppressione delle Province porterebbe con sé (ad esempio Beppe Grillo: 17 miliardi) sembra dimenticare che a fronte di quelle cifre ci sono oltre 50.000 dipendenti che, al netto delle prevedibili quote di personale in esubero, comuni a tutto il pubblico impiego, erogano servizi a favore dei cittadini e svolgono mansioni che dovranno quasi per intero continuare ad essere svolte nell’ambito di una diversa istituzione, per cui quello che si potrà risparmiare con la soppressione delle Province sono gli emolumenti degli amministratori e dei consiglieri provinciali,ma per un importo di un ordine di grandezza assai inferiore.

Ora non v’è dubbio che il sistema istituzionale del nostro paese e, al suo interno, il sistema delle autonomie locali, richieda da tempo una sostanziale riforma, nel segno della riduzione dei livelli istituzionali e della semplificazione dei procedimenti. Così come è indispensabile una rivisitazione complessiva delle competenze e della loro distribuzione secondo i criteri della buona disciplina amministrativa, scegliendo ad esempio tra i diversi possibili modelli (competenze esclusive o distribuite verticalmente tra i diversi livelli istituzionali).

Si tratta insomma di mettere ordine tra Regioni, Province, Città Metropolitane, Comuni, Unioni di Comuni,Consorzi ed Associazioni intercomunali, Comunità montane ecc.

Troppo facile cavarsela soltanto con l’eliminazione delle Province, senza chiarire dove verranno allocate le competenze in materia di viabilità, edilizia scolastica, pianificazione territoriale, ambiente, formazione professionale e lavoro, turismo ecc.oggi esercitate da questi enti.

Credo che toccherà soprattutto alle Regioni (sulla base di indirizzi nazionali) farsi carico di una decisione a tale riguardo: mi auguro che la legge che il governo sta mettendo a punto e che verrà sottoposta all’approvazione del Parlamento, disponga in tal senso. Il fatto è che fino ad oggi si registra un ritardo nella elaborazione di un nuovo modello di sistema delle autonomie locali, anche da parte della nostra Regione. Pure la fin qui mancata istituzione della Città metropolitana bolognese, di cui si parla da tanti anni, al netto delle incertezze e dei cambiamenti della legislazione nazionale, risente a mio avviso di una inadeguatezza del sistema politico-istituzionale bolognese ed emiliano-romagnolo che mi auguro possa essere colmato, anche grazie al lavoro svolto a suo tempo da un gruppo interistituzionale di dirigenti ed esperti in diritto amministrativo di cui non dovrebbe essere difficile recuperare i risultati.

Commenti dei lettori

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale non sarebbe stato più serio dire: fermiamoci e rivediamo tutta la questione, ascoltando tutte le campane, senza obbedire ad un preconcetto?
La riforma deve riguardare tutte le istituzioni, dal Senato delle Autonomie al numero dei parlamentari, dal numero dei Comuni e delle Regioni, alla sovrapposizione delle competenze fra queste ultime e lo Stato.
Ci vuole una vera riforma che snellisca e renda efficace l’azione della Pubblica Amministrazione.
Non ci si può limitare, se non per un’azione di bassa demagogia e di scarso effetto pratico, a prevedere esclusivamente l’abolizione delle Province, sapendo che i servizi da esse svolti dovranno comunque essere assicurati, e lasciare in piedi contemporaneamente oltre 7000 fra consorzi, ato, enti e società pubbliche, di alti costi e, in molti casi, di poca utilità.
Dal governo Letta mi sarei atteso un atteggiamento più serio e responsabile e non un gesto volto alla ricerca di una FACILE POPOLARITA’.
Le PROVINCE NON HANNO SANTI IN PARADISO; non esiste la loro LOBBY.
Firmato una dipendente della Provincia di Bologna

#1 
Scritto da Caterina il 8 luglio, 2013 @ 16:27

Grazie per questo contributo che condivido pienamente.

#2 
Scritto da Paolo Natali il 8 luglio, 2013 @ 21:59

“deficit-politico istituzionale bolognese ed emiliano romagnolo”…
pensiero che mi trova pienamente d’accordo!
Dal mio punto di vista ritengo, che chi ha ricoperto in questi anni posti di potere, a prescindere dall’appartenenza politica, abbia delle precise responsabilità per tutto ciò che sta accadendo e per come sta accadendo… (semttiamola di dare la colpa sempre a chi c’era prima!)
Per quanto riguarda nello specifico la situazione Province, che mi vede personalmente coinvolta come dipendente, penso che troppo facilmente si è gettato fango sui lavoratori, salvaguardando i livelli Dirigenziali e Politici!
Ci sarebbe bisogno di fare una verifica del loro livello di capacità e affidabilità …
Ci sarebbe bisogno di Politici che avessero più senso delle istituzioni …
Ci sarebbe bisogno di umiltà…
Ci sarebbe bisogno della presenza sindacale… anche solo per essere solidali insieme…
Ci sarebbe bisogno di solidarietà… in un momento così difficile…
…già ci sarebbe bisogno…

Loredana Sansavini

#3 
Scritto da Loredana il 9 luglio, 2013 @ 18:48

Ti ringrazio vivamente per le tue parole, cara Loredana.

#4 
Scritto da Paolo Natali il 9 luglio, 2013 @ 19:27

Caro Paolo, condivido le tue considerazioni, a chi da tanti anni lavora all’interno dell’ente parrebbero quasi ovvie, almeno quanto per chi non conosce la realtà delle Province parrebbe logico ed ovvio abolirle al più presto. Ma quali sono le motivazioni vere per tanto accanimento? A mio avviso vanno ricercate nel tentativo di disattivare quel livello di controllo territoriale che una buona pianificazione urbanistica di bacino può offrire in contrasto alle deregulation in una materia così delicata. Il livello regionale infatti è troppo distante per l’attivazione di percorsi puntuali ed efficaci, mentre il livello comunale si presta magnificamente a subire le “pressioni” di gruppi economici dotati di peso specifico nettamente più alto.

#5 
Scritto da alfredo vigarani il 11 luglio, 2013 @ 15:00

Pienamente d’accordo, caro Alfredo. In effetti la pianificazione territoriale (comprensiva della pianificazione ambientale e dei trasporti) è una delle competenze esercitate con più efficacia dalla Provincia. Che ne sarà in futuro?

#6 
Scritto da Paolo Natali il 11 luglio, 2013 @ 16:16

1) Sono contrario all’eliminazione delle Province . se c’è qualcosa da eliminare sono le attuali 20 Regioni . Ne bastono 3 ; nord centro e Sud e si farebbe veramente il federalismo.. Salvo rare eccezione tra cui la RER sono un monumento allo spreco e all’inefficienza è di poco tempo fa la notizia che dobbiamo restituire 13,5 MR all’UE perché non siamo riusciti a spenderli. Vorrei sapere quali sono i risparmi con l’eliminazione delle <provincie , visto che le strade provinciali debbono essere custodite, le scuole superiore mantenute ecc. Luciano Sarti

#7 
Scritto da Luciano Sarti il 4 agosto, 2013 @ 22:43

Caro Luciano, certo anche le Regioni meriterebbero provvedimenti di riordino e dimagrimento.Purtroppo credo che la classe politica non sia capace di una seria ed efficace riforma del sistema delle autonomie,

#8 
Scritto da Paolo Natali il 5 agosto, 2013 @ 14:10

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