Quando il leader maximo “sbrocca”

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 13 dicembre, 2012

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Berlusconi e Grillo

Tra ieri e l’altro ieri Berlusconi e Grillo hanno offerto uno spettacolo di sé che la dice lunga sulla categoria dei leader autoreferenziali e populisti di partiti e movimenti del nostro paese.

Martedì Beppe Grillo, in un video delirante, ha autocertificato la democraticità del Movimento Cinque Stelle decretando l’espulsione degli aderenti che si permettono di dubitarne dando immediatamente seguito alla minaccia nei confronti di Favia e Salsi.

Ieri Berlusconi, alla presentazione dell’ ultimo libro di Vespa, in evidente stato confusionale, si è esibito in una delle sue abituali performances che ci erano state risparmiate nell’ultimo anno.

Il Pdl ed il M5S, come tutti i partiti ed i movimenti “padronali”, che legano indissolubilmente le loro sorti a quelle di un leader, non mancheranno di pagare un prezzo per il loro indiscutibile declino.

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Di Pietro e Bossi

La stessa cosa, sia pure secondo modalità diverse, è toccata alla Lega ed all’Italia dei Valori e non credo sia casuale il fatto che un politico avveduto e navigato come Casini abbia di recente tolto dal simbolo del suo partito il proprio nome in modo da mitigare questa forma di leaderdipendenza.

Un partito o un movimento prima o poi è chiamato a fare i conti con il suo tasso di autentica partecipazione democratica: l’esistenza legittima di un pluralismo interno che si confronta periodicamente attraverso momenti congressuali dando vita a maggioranze e minoranze, il radicamento territoriale testimoniato dall’esistenza di circoli nei quali iscritti e simpatizzanti si riuniscono, discutono e votano, sono aspetti irrinunciabili della buona politica.

Si guardi anche al confronto tra le primarie del PD e del centrosinistra per la scelta del candidato premier e, prossimamente, dei candidati al parlamento, e le parlamentarie del M5S. Da un lato un grande evento popolare, dall’esito chiaro e trasparente, reso possibile dall’impegno e dal sacrificio di migliaia di militanti e dalla partecipazione di tanti iscritti e non iscritti di ogni genere ed età. Dall’altro un episodio tutto giocato in un mondo virtuale, dalle premesse e dagli esiti non controllabili e manipolabili dall’alto, discriminatorio quanto ai partecipanti (solo gli aderenti e chi ha una certa familiarità col web, escludendo di fatto molti cittadini, soprattutto anziani).

La cosa che più dispiace è lo “spreco” ed il deterioramento di un patrimonio di cittadini anche generosi, spesso competenti ed animati da sinceri propositi d’impegno per una buona politica (al netto di una certa dose d’ingenuità e di massimalismo) che rischia di (dis)perdersi nella crisi del leader in cui avevano creduto.

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