Questa volta un bilancio partecipativo ci vuole davvero!
Il bilancio di previsione 2012 che il Comune di Bologna si accinge a confezionare, sarà davvero un bilancio “lacrime e sangue” a causa dei feroci tagli e dei pesanti vincoli imposti dalla manovra governativa in corso di approvazione in Parlamento.
Per far tornare i conti il Comune ha a disposizione diverse leve, tutte difficili e dolorose da impugnare: rimodulazione (riduzione?) dei servizi, aumenti delle tariffe e/o delle tasse, riduzione delle spese di funzionamento della macchina comunale, vendite del patrimonio, dismissioni di quote delle società partecipate, lotta all’evasione e recupero dei crediti.
Si è parlato più volte, in passato, di “bilancio partecipativo”, vale a dire della possibilità di lasciare ai cittadini (come nell’esperienza esemplare di Porto Alegre in Brasile) la decisione sull’impiego di una quota del bilancio investimenti e delle relative opere pubbliche da realizzare in conto capitale .
E’ evidente che oggi, nella situazione di ristrettezza economica che si prospetta, e di cui faranno le spese in primo luogo gl’investimenti, questo sarebbe poco più che simbolico.
Ma proprio la situazione drammatica delle finanze comunali suggerisce la necessità di costruire, attorno alla definizione del bilancio di previsione 2012, un processo partecipativo assai più ampio che in passato.
Perchè allora non fornire ai cittadini ed alle organizzazioni della società civile, non appena il quadro di riferimento sarà chiarito, ed utilizzando l’efficace supporto del Settore Programmazione e gli strumenti di rendicontazione di cui il Comune dispone come il Bilancio sociale ed il Conto consuntivo economico, le informazioni essenziali sul bilancio e, soprattutto, sulle diverse misure possibili per chiudere in pareggio il bilancio stesso, ciascuna con la propria ricaduta sul budget e con le relative conseguenze di carattere economico e sociale?
E perchè non chiamare cittadini ed organizzazioni della società civile,anche attraverso i Quartieri, ad esprimere motivatamente le proprie opinioni, preferenze ed opzioni?
Credo che questo processo (una sorta di ampia e diffusa “Istruttoria pubblica”), oltre ad aiutare l’amministrazione nelle difficili decisioni che dovrà assumere, accrescerebbe l’informazione e la consapevolezza dei cittadini e li responsabilizzerebbe in un momento particolarmente difficile per la città e per il paese.
Sarebbe insomma una grande operazione di democrazia.
Forse, in tale quadro, andrebbero anche riviste alcune decisioni assunte nelle scorse settimane per rispettare le promesse e gl’impegni assunti in campagna elettorale, come l’eliminazione della quota di contribuzione (commisurata al reddito) richiesta per la frequenza delle scuola dell’infanzia, che continuo a ritenere equa e legittima, nelle circostanze attuali, tenuto conto dei costi, non molto inferiori a quelli per gli asili nido, sostenuti dal Comune. Non sarebbe il venir meno ad una promessa ma una decisione responsabile, assunta in un diverso contesto di riferimento.
Commenti dei lettori