Che amarezza….

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 3 febbraio, 2022

PD di Bologna

La lettura dell’articolo di Silvia Bignami su Repubblica Bologna di ieri, dedicato alle polemiche in merito alla formazione della direzione provinciale del PD mi ha causato amarezza e delusione.

L’articolo infatti fotografa nei dettagli la geografia delle correnti che, sulla base dei risultati congressuali, degli accordi successivi e di un manuale Cencelli sempre di attualità, si suddividono i posti da occupare in assemblea, direzione e segreteria della federazione bolognese del partito.

Bignami riporta i nominativi dei leaders di riferimento nazionale e locale delle diverse correnti, dimenticandone alcuni (immagino per ragioni di spazio). Sarebbe arduo provare ad elencare, sia pure per sommi capi, i valori, gl’ideali e le peculiarità politico-programmatiche specifiche di ogni corrente. L’articolo parla soltanto di “progressisti” e “moderati”, categorie di comodo e del tutto generiche.

Il fatto è che le correnti servono soprattutto ad organizzare il consenso, attorno ai leaders ed agli aderenti, in occasione delle elezioni e delle nomine alle cariche istituzionali e delle aziende partecipate. Il rischio è quello di trasformare (direi trasfigurare) il PD in un comitato elettorale.

Tra un’elezione (nazionale o locale) e l’altra, si affievolisce l’attività politica , così come il tramite tra iscritti (e simpatizzanti) ed eletti, che il partito dovrebbe curare in modo da dare continuità a quell’azione di partecipazione, proposta, indirizzo e controllo che è il sale della democrazia.

Lo dico, ripeto, con amarezza e delusione, da iscritto al PD (e non ad una corrente) dalla fondazione, chiedendomi se basti la semplice fedeltà a motivare la tessera.

Il calo degl’ iscritti non è dovuto al fato o ad una generica disaffezione dalla politica.

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