Il centrosinistra bolognese verso le elezioni

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 24 aprile, 2021

Isabella Conti e Matteo Lepore

Premetto che sono iscritto al PD, che non appartengo ad alcuna delle sue correnti, che, ormai da molti anni, non mi riconosco in alcuno dei leaders nazionali o locali del partito e che cerco di ragionare con la mia testa.

Come è noto in autunno si eleggerà il sindaco (del comune di Bologna e della Città metropolitana) ed il consiglio comunale. Il candidato sindaco del centrosinistra si presenterà sostenuto da un certo numero di liste, formate da partiti, movimenti ed espressioni della società civile che tutte insieme daranno vita alla coalizione che, in caso di auspicabile vittoria, esprimerà la maggioranza a sostegno del sindaco e della sua giunta.

Al punto in cui siamo, a pochi giorni dalla fine di aprile ed a pochi mesi dalle elezioni, la situazione mi sembra la seguente.

Non soltanto non c’è ancora il candidato sindaco del centrosinistra, ma non c’è nemmeno la coalizione che lo sostiene. Il PD, perno della coalizione stessa, appare profondamente spaccato, diviso tra alcuni dei suoi esponenti e candidati potenziali. Tra i partiti e movimenti virtualmente destinati a formare la coalizione si moltiplicano i veti incrociati.

Insomma ci sono tutte le premesse, soprattutto se il centrodestra (che al momento non se la passa meglio) riuscisse a ricompattarsi attorno ad una candidatura “alla Guazzaloca”, per replicare la sconfitta del 1999.

Non ho particolari motivi di ostilità nei confronti del segretario provinciale del PD ma credo che se le cose stanno come ho cercato brevemente di riassumerle, la responsabilità principale sia di Tosiani che fin qui ha tergiversato, forse sperando (ingenuamente) che le cose andassero a posto da sole, mentre non governare il processo ha fatto sì che la situazione si deteriorasse sempre più.

La cosa è grave, anche perchè mi pare che lo Statuto del PD indichi con chiarezza, all’art.24 (Elezioni primarie per le cariche monocratiche istituzionali), il percorso da compiere.

Si sarebbe dovuto, già da tempo, da parte del PD, riunire il tavolo di tutti i partiti, movimenti ed esponenti civici, dalla sinistra al centro che guarda a sinistra, per verificare la loro disponibilità ad impegnarsi attorno ad un sintetico programma del centrosinistra a Bologna, contenente pochi punti qualificanti, ma dirimenti e tali da definirne l’identità, compresi quelli più critici, come le infrastrutture già previste (Passante, Tram ecc.). In questo modo si sarebbe potuto già definire il contorno dell’alleanza e verificare la necessità di primarie di coalizione, si sarebbe fatta chiarezza circa la posizione di Italia Viva, di Azione, del M5S (ma chi lo rappresenta oggi a Bologna?), delle Sardine e di eventuali liste civiche e si sarebbe preso atto di chi tra loro avrebbe presentato una candidatura alle primarie di coalizione.

Questa fase essenziale del percorso, che toccherebbe ai responsabili locali del PD gestire, doveva permettere di dare vita ad un’alleanza la più larga possibile ma senza veti contrapposti (“se il candidato è lui/lei noi non ci stiamo”, “se ci sono loro non ci stiamo noi” ecc.), e porre le premesse di primarie di coalizione “fisiologiche” e non distruttive, in base alla regola che tutti appoggeranno convintamente il candidato vincitore, chiunque esso sia.

Se poi si fosse verificato che c’era la coalizione ma non c’erano i presupposti di primarie di coalizione (alle quali, ricordo, possono partecipare non più di due candidati del PD) si sarebbe passati, in mancanza di un candidato unitario, a primarie del PD.

Purtroppo le cose non sono andate così.

Leggo sui giornali di oggi (24 aprile) che la prossima settimana Tosiani convocherà il tavolo per verificare la possibilità di una coalizione di centrosinistra e per indire le primarie.

Peccato che nel frattempo: il PD sia spaccato (documenti contrapposti di critica a Tosiani e di appoggio a Tosiani), la coalizione sia in alto mare, sia balenata la candidatura di Isabella Conti, sindaco di San Lazzaro di Savena, esponente di Italia Viva (che non si sa ancora se farà parte della coalizione né si sa ancora in quale veste si candiderà la Conti), tra gli esponenti del PD l’unica candidatura dichiarata è quella di Lepore mentre altri assessori della giunta Merola (Lombardo, Aitini, Conte e Gieri) hanno dichiarato in varie forme il loro sostegno alla Conti.

Su quest’ultimo aspetto rilevo che lo statuto del PD (art.4 c.6) prevede per i suoi elettori “il dovere di sostenere lealmente i candidati del PD alle cariche istituzionali ai vari livelli”.

Un’ultima considerazione. Fino ad oggi l’unico esponente del centrosinistra che sta impegnandosi a fondo in una campagna basata su dichiarazioni programmatiche, frutto anche della esperienza amministrativa che gli deriva dai 10 anni di assessore del comune di Bologna, è Matteo Lepore. I colleghi di giunta che si sono dichiarati a favore della Conti non mi pare che abbiano formulato proposte radicalmente diverse, ma hanno manifestato soprattutto, mi sembra, critiche di carattere personale (“candidatura calata dall’alto” “candidatura divisiva e che guarda troppo a sinistra”), tanto da farmi pensare (spero di sbagliarmi) più a rivalità e gelosie che a reali differenze politiche.

Mi auguro vivamente che le forze del centrosinistra a Bologna riescano a recuperare una direzione di marcia ed un percorso anche dialettico ma scevro da inimicizie e capace di costruire le condizioni per un successo unitario nell’interesse di Bologna e dei suoi cittadini.

Commenti dei lettori

Caro Paolo,
mi fa molto piacere che, ad oggi 1 maggio giorno in cui inserisco questo commento, tu risulti iscritto al Comitato di sostegno a Matteo Lepore, come me. Segno che le giravolte dei ‘dirigenti’ di partito del nostro quartiere non sono riuscite a scoraggiarci.
Buon lavoro a tutti noi!
Bruno

#1 
Scritto da Bruno il 1 maggio, 2021 @ 17:13

Grazie Bruno. Sono anch’io lieto di trovarmi in tua compagnia.

#2 
Scritto da Paolo Natali il 2 maggio, 2021 @ 08:52

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