Il Passante di Bologna e la salute dei cittadini

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 20 febbraio, 2017

In questi giorni sul tema del Passante di Bologna, dei suoi prevedibili effetti sulla qualità dell’aria e più in generale della relazione tra inquinamento atmosferico e salute dei cittadini vanno registrati due contributi.smog1

Un’intervista rilasciata a Radio Città del Capo da Fiorella Belpoggi, direttrice del centro ricerca sul cancro Cesare Maltoni dell’Istituto Ramazzini e membro del Comitato scientifico sul Passante, ed una petizione promossa da Antonio Faggioli, medico igienista, già Direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Ausl bolognese.

Ho ascoltato l’intervista, letto la petizione e vorrei esprimere, da non esperto in materia, alcune considerazioni riguardo ai rilievi che vengono avanzati sul tema.

1) Belpoggi e Faggioli sottolineano entrambi il legame, scientificamente accertato, fra inquinamento atmosferico e danni alla salute (tumori, malattie cardiocircolatorie e respiratorie ecc.), lamentano la mancanza nella nostra città di una strategia preventiva adeguata e di un progetto per migliorare la qualità della vita dei cittadini (Belpoggi). Ritengono la situazione grave tanto senza che con il Passante e denunciano la responsabilità del traffico autoveicolare nel peggioramento della qualità dell’aria. Belpoggi in particolare segnala che in Italia ci sono 66 automobili per 100 abitanti mentre in Europa la media scende a 51.

2) Nella petizione si lamenta la mancanza di un rilevamento in continuo delle emissioni (forse s’intendeva “immissioni”) del sistema autostrada/tangenziale (Sat nel seguito).

3) Si richiede un monitoraggio in continuo, della durata di un anno, della qualità dell’aria attraverso centraline fisse.

4) Si richiede all’interno della VIA (Valutazione d’impatto ambientale) una VIS (Valutazione d’impatto sulla salute).

5) Si richiede l’effettuazione di un’indagine epidemiologica basata sui dati degli ultimi 10 anni (20 secondo Belpoggi) ritenendo implicitamente possibile, attraverso la residenza delle persone decedute, verificare dei nessi di causa effetto fra traffico veicolare in Sat e mortalità.

6) La petizione chiede che prima che siano resi noti i dati di cui ai punti 3 e 5 non si proceda all’approvazione del progetto definitivo del Passante.

Queste le mie osservazioni.

1) Nulla da dire sulle affermazioni di carattere generale e sulla necessità di politiche di sostegno e di incentivazione del trasporto pubblico, su gomma e su ferro (anche se non pienamente risolutive rispetto ai problemi del nodo Sat di Bologna). Sarei un po’ meno pessimista sulla situazione bolognese. Intanto a Belpoggi sembra sfuggire che Bologna è tra le città italiane una di quelle con un tasso di autovetture relativamente basso (51 per 100 abitanti, pari al livello medio europeo) e con un trasporto pubblico abbastanza efficiente. Anche la qualità dell’aria, non ancora soddisfacente, mostra tuttavia un trend positivo (la concentrazione media annua di PM10 per esempio è passata dai 45 mcrgr/mc del 2006 ai 26 del 2016). Sugli effetti del Passante rinvio alle conclusioni.

2) 3) E’ vero che non esistono centraline fisse di monitoraggio limitrofe al nastro Sat. Tuttavia i rilevamenti effettuati in diverse circostanze sia da ARPAE che da ASPI, hanno evidenziato livelli d’inquinamento non dissimili da quelli rilevati a porta S.Felice e addirittura, per alcuni inquinanti secondari, un lieve peggioramento allontanandosi dalle immediate adiacenze al Sat.

E’ comunque giusto richiedere un’aggiornata caratterizzazione della qualità dell’aria in prossimità del Sat della durata di almeno un anno. E’ quanto ASPI ha cominciato a fare, sotto il controllo di ARPAE, con monitoraggi stagionali ante operam della durata di 15 giorni. Ciò servirà come riferimento per i controlli che dovranno essere effettuati in corso d’opera e post operam. Bene se verranno installate alcune centraline fisse in punti rappresentativi.

4) Concordo con questa richiesta. La documentazione presentata per la VIA andrà verificata con attenzione in Conferenza di servizi.

5) La richiesta dell’effettuazione di un’indagine epidemiologica non viene accompagnata da una esplicita indicazione circa i suoi obiettivi e circa le domande a cui l’indagine dovrebbe dare una risposta. Immagino che attraverso l’indagine si ritenga di poter avere una conferma circa le responsabilità non soltanto del traffico veicolare in genere (cosa già nota ed accertata) ma più in particolare di quello attribuibile al Sat nel causare morti per tumore e per malattie cardiocircolatorie e respiratorie.

Pur non essendo un esperto in materia mi permetterei di fare alcune osservazioni.

Innanzitutto temo che non sia facile definire ed isolare l’insieme della popolazione sulla quale effettuare l’indagine, quella cioè la cui salute è influenzata negativamente dal Sat, e ricercare per essa i quozienti di mortalità confrontandoli con quelli di chi non subisce tale influenza.

Aggiungo a questo riguardo che il sito del Comune di Bologna contiene già, anno per anno, e suddivisi per quartiere, il numero dei decessi distinti per le cause principali.

Sono andato a consultarli ed ho verificato quanto segue.

I tassi di mortalità per tumori, malattie cardiocircolatorie e respiratorie dei quartieri interessati dal Sat (Borgo Panigale, Navile, S.Donato/S.Vitale) non si discostano da quelli medi cittadini (in alcuni casi sono al di sotto, in altri al di sopra della media).

In più ho rilevato che a fronte di un progressivo miglioramento della qualità dell’aria in città, i tassi di mortalità per tumori e malattie dell’apparato cardiocircolatorio sono diminuiti, mentre sono rimasti sostanzialmente invariati quelli dovuti a malattie respiratorie.

Aggiungo ancora che ogni anno, dal 2003, a cura del Dipartimento di Sanità pubblica dell’ Ausl bolognese viene pubblicato un Rapporto sulla valutazione sanitaria della qualità dell’aria a Bologna. Il Rapporto più recente è quello pubblicato nel novembre scorso, relativo ai dati 2015 (Per consultare il testo cliccare su vis_2015.)

In esso le stime di impatto sanitario sono calcolate utilizzando un software, prodotto e distribuito dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità. L’impatto a breve termine sulla salute è espresso come numero di morti e di ricoveri in eccesso attribuibili ai vari inquinanti e come RA % (Rischio Attribuibile di popolazione %), cioè la percentuale di eventi (morti o ricoveri) tra tutti gli eventi che si sarebbero potuti evitare, o ritardare, se l’inquinamento non avesse superato una determinata soglia. L’impatto a lungo termine è espresso come anni di vita persi. Il software è uno strumento validato per la misura dell’impatto sulla salute dell’inquinamento atmosferico. I risultati poggiano però su varie assunzioni. In particolare, si assume come valore dell’esposizione media della popolazione la media dei valori di concentrazione giornaliera o oraria forniti dalle varie centraline del territorio.

Confrontando i dati sulla mortalità generale attribuibile agli effetti a breve termine del PM10 di una centralina di Bologna dal 2000 al 2015, si nota un trend in diminuzione dell’impatto. Similmente anche gli effetti attribuibili al PM2,5 monitorati per un periodo più corto evidenziano una riduzione. Non si evince invece alcun trend significativo in riduzione dell’impatto a breve termine dell’ozono e del biossido di azoto. Il solo confronto con l’anno 2014 evidenzia invece un aumento dell’impatto da parte della maggior parte degli inquinanti studiati.

L’analisi dei dati ambientali del 2015 evidenzia un miglioramento della qualità dell’aria rispetto al decennio precedente, attribuibile a più fattori anche climatici. Tuttavia, nonostante questi miglioramenti, l’inquinamento atmosferico rappresenta ancora un pericolo per la salute. E’ auspicabile quindi un coinvolgimento di istituzioni e cittadini e come indicato dal Piano Regionale Integrato per contrastare l’inquinamento atmosferico e potenziare interventi strutturali e lavorare in una dimensione di area vasta ed integrata visto anche il contesto orografico e meteorologico della Pianura Padana.

Per quanto riguarda la mortalità attribuibile all’esposizione a breve termine del PM10 , il RA% presenta un complessivo decremento con una riduzione superiore nei primi anni ed un decremento più modesto e non continuo successivamente. Nel 2015 si registra un lieve aumento rispetto all’anno precedente.

I dati sulle concentrazioni del PM2,5 mostrano complessivamente un trend significativo (p=0,001) in riduzione con il valore più basso nel 2014.  La mortalità attribuibile segue conseguentemente un simile andamento.Per quanto riguarda l’impatto a lungo termine, il numero di mesi di vita persi attribuibili all’ esposizione al PM2,5, si è ridotto in modo significativo passando da valori anche superiori ad un anno nel 2005-2006 a valori intorno ai 6 mesi degli ultimi anni.

Dal confronto delle concentrazioni di ozono del periodo 2000-2015 non emerge alcun trend significativo di diminuzione o aumento, né esaminando i dati annuali delle massime delle medie delle 8h, né limitando l’analisi ai soli dati estivi.  Anche la mortalità generale attribuibile all’ozono varia di anno in anno senza che vi sia un chiaro trend in una direzione. I valori più alti sono stati raggiunti nel 2003 e nel 2013.

Per quanto riguarda le concentrazioni medie annue del NO2 rilevate presso Porta San Felice, la serie storica del periodo 2002-2015 non evidenzia alcun trend in aumento o in diminuzione delle concentrazioni.   Simile andamento ha anche l’impatto sanitario del biossido di azoto sulla mortalità naturale, con valori aumentati nell’ultimo anno rispetto al 2014.

Per concludere su questo punto ritengo che, tenuto conto da un lato delle incertezze metodologiche di un’ eventuale indagine epidemiologica, dall’altro della esistenza degli studi sopracitati, condizionare un’approvazione del progetto del Passante alla effettuazione dell’indagine epidemiologica appare francamente inappropriato se non pretestuoso.

Conclusioni generali. E’ ormai evidente che il Passante di Bologna verrà realizzato, con tutta una serie di prescrizioni che usciranno dalla VIA. Credo che sia legittimo nutrire qualche dubbio sul fatto che esso risolverà tutti i problemi trasportistici ed ambientali del nodo di Bologna e sulla tesi fondamentale che supporta il progetto: dal punto di vista trasportistico la situazione, già critica, è destinata ad aggravarsi, in particolare per la tangenziale; con il Passante il livello di servizio migliorerà e questo (unitamente al miglioramento del parco veicolare ed ai limiti di velocità imposti e controllati) migliorerà ulteriormente una condizione di qualità ambientale già oggi in via di miglioramento.

A questo punto penso che sia necessaria una rigorosa VIA, a valle della quale predisporre un accurato Piano di monitoraggio per i diversi parametri ambientali interessati (soprattutto qualità dell’aria e rumore) da realizzare in corso d’opera (la fase di cantierizzazione sarà particolarmente critica) e post operam, costituendo fin d’ora l’Osservatorio, rappresentativo delle diverse istituzioni coinvolte e dei cittadini, che avrà il compito di sovraintendere a tutta la fase esecutiva e di primo esercizio del Passante.

Commenti dei lettori

buon giorno. Vorrei esprimere il mio parere su questo sentito problema.Quando gli organi preposti e pagati per controllare non controllano abbiamo già finito di parlare e si capisce quanto questo problema non viene mai affrontato in maniera seria. TAV..ARPA..USL..osservatorio ambientale.411 sforamenti certificati in 3 anni silenzio assoluto e niente esame epidemiologico .

#1 
Scritto da schiavoni dino il 21 febbraio, 2017 @ 12:55

Buongiorno Dino. Quando ero in consiglio comunale ed ebbi modo di conoscerla come esercente di un esercizio commerciale di via Carracci ritenni che in quel caso fosse pienamente giustificata (e fattibile) un’indagine epidemiologica, tant’è che presi contatto con il dr.Pandolfi, dell’Ausl di Bologna, che considero il maggiore esperto in materia, almeno a livello locale. Arrivammo anche ad ipotizzare una metodologia che consisteva nell’analizzare le prescrizioni mediche e farmacologiche per i cittadini di quella zona mettendole a confronto con quelle dei cittadini non influenzati dai problemi della costruzione della stazione AV. Poi non se ne fece nulla……

#2 
Scritto da Paolo Natali il 22 febbraio, 2017 @ 09:58

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