Meglio tenersi il pacchetto intero

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 10 luglio, 2016

costituzione

La Costituzione

Leggo che starebbe prendendo piede l’ipotesi di uno “spacchettamento” del referendum confermativo sulla riforma della costituzione, previsto per il prossimo mese di ottobre, una sorta di referendum “à la carte” nel quale, invece di un unico quesito sull’intera riforma, si proporrebbero ai cittadini un certo numero (quanti?) di quesiti riguardanti le diverse parti della riforma.

Non sono un costituzionalista e non oso esprimere un parere “tecnico” su questa ipotesi, che mi appare comunque stravagante. A parte che lo “spacchettamento” non è mai stato utilizzato in occasione dei precedenti referendum costituzionali e che l’art. 138 della costituzione stessa non sembra offrire questa possibilità, non sarebbe banale stabilire i criteri con i quali accorpare i diversi articoli modificati e definire i relativi quesiti. Si aggiunga che la riforma, pur riguardando diversi aspetti, ha una sua intrinseca coerenza.

Inoltre l’esperienza dei tanti referendum abrogativi svoltisi nel nostro paese, mostra che in presenza di diversi quesiti, riguardanti anche materie diverse tra loro, il responso, salvo in un caso (11 giugno del 1995) è sempre stato omogeneo (Sì o No per tutti, e più o meno con le medesime percentuali). In diverse occasioni poi un quesito principale ha avuto un effetto trascinante rispetto a tutti gli altri. Fu così nel 2011 per il quesito sul nucleare che trascinò anche quelli sull’acqua pubblica e sul legittimo impedimento.

Infine un’ultima ragione legata, mi sembra, alla realtà. Sarà già difficile riuscire ad informare i cittadini sui contenuti (ampi e rilevanti) della riforma sottoposta a referendum e non so quanti di coloro che andranno a votare si esprimeranno consapevolmente nel merito. Figuriamoci quanti sarebbero in grado di esprimere un voto articolato ed eventualmente differenziato sui diversi articoli (magari Sì al superamento del bicameralismo perfetto e No alla trasformazione del senato).

Meglio tenere tutto insieme e puntare su di un voto che rispecchierà eventualmente un criterio di prevalenza: “non condivido tutte le modifiche ma nell’insieme dò un giudizio positivo e voto Sì” o, all’opposto “apprezzo qualche aspetto della riforma ma nel complesso non l’approvo e voto No”.

Detto ciò sullo “spacchettamento” vi dico fin d’ora che io voterò convintamente Sì. In seguito le motivazioni.

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