Amoris laetitia

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 23 aprile, 2016

In questi giorni ho letto “Amoris laetitia”, l’esortazione apostolica di papa Francesco sull’amore nella famiglia, scritta a conclusione del Sinodo dei Vescovi su “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo”, articolatosi attraverso un percorso di due anni e due Assemblee Generali, una straordinaria nell’ottobre 2014 ed una ordinaria nell’ottobre 2015.amoris-laetitia

A tale riguardo vorrei esprimere qualche considerazione.

In primo luogo si tratta di un documento piuttosto lungo (9 capitoli e 325 paragrafi), il che non incoraggia certo alla sua lettura. Il papa stesso ne è consapevole (par.7) e ne sconsiglia una “lettura generale affrettata” raccomandando piuttosto un approfondimento paziente “una parte dopo l’altra” anche in base all’interesse del lettore. Infatti i diversi capitoli hanno contenuti che possono interessare più i coniugi e le famiglie che gli operatori pastorali o viceversa.

Seguirò anch’io, nel mio breve commento, questo criterio e, a tale scopo, riporto integralmente il par.6 che contiene il sommario del documento.

6. Nello sviluppo del testo, comincerò (Cap.1)con un’apertura ispirata alle Sacre Scritture, che conferisca un tono adeguato. A partire da lì considererò (Cap.2) la situazione attuale delle famiglie, in ordine a tenere i piedi per terra. Poi ricorderò (Cap.3) alcuni elementi essenziali dell’insegnamento della Chiesa circa il matrimonio e la famiglia, per fare spazio così ai due capitoli centrali (Capp.4 e 5), dedicati all’amore. In seguito (Cap.6) metterò in rilievo alcune vie pastorali che ci orientino a costruire famiglie solide e feconde secondo il piano di Dio, e dedicherò un capitolo (Cap.7) all’educazione dei figli. Quindi mi soffermerò (Cap.8) su un invito alla misericordia e al discernimento pastorale davanti a situazioni che non rispondono pienamente a quello che il Signore ci propone, e infine (Cap.9) traccerò brevi linee di spiritualità familiare.

Mi sembra che alcuni capitoli (1,2,3,6,8) riprendano sostanzialmente, anche attraverso numerosi richiami testuali, i documenti conclusivi (Relatio Synodi) delle due assemblee sinodali, mentre altri (4,5,7,9) presentino contenuti originali, anche se certamente non nuovi rispetto all’insegnamento della Chiesa.

Ciò premesso, qualche notazione specifica, tra le tante che si potrebbero fare.

Nel cap. 3 (“Lo sguardo rivolto a Gesù: la vocazione della famiglia”) si pongono le premesse dell’atteggiamento di misericordia da tenere nei confronti delle situazioni cosiddette “irregolari” (convivenze, matrimoni civili, divorziati risposati) che troverà piena espressione nel cap.8. Non è certo casuale la sottolineatura del fatto che questo documento viene emanato nel corso dell’anno giubilare della misercordia.

Mi è piaciuto molto il cap.4 (“L’amore nel matrimonio”) che declina con grande sensibilità il celebre inno alla carità di S.Paolo (1 Cor. 13, 4-7) mostrandone le concrete applicazioni nella vita quotidiana di una famiglia e nella relazione tra due sposi. Oltre a ciò si dice come nell’amore possano intrecciarsi carità, amicizia e passione erotica, si sottolinea l’importanza delle emozioni, del dialogo nella coppia, dei gesti di reciproca attenzione, della necessità di alimentare una personale ricchezza interiore, delle parole chiave (“permesso, grazie, scusa”), delle trasformazioni dell’amore al passare del tempo. Si dedica anche qualche paragrafo al rapporto tra matrimonio e verginità. Quando leggo pagine come queste mi viene sempre da chiedermi perchè non siano gli sposi, che ne fanno esperienza nella loro vita, a scriverle e si debba piuttosto ascoltarle da chi non le ha vissute personalmente. C’è da un lato un problema di autorità e di responsabilità che non viene data agli sposi, ma anche di timidezza e di rinuncia da parte loro ad assumersi il ruolo che il Concilio gli ha attribuito.

Anche il cap.5 (“L’amore che diventa fecondo”) contiene pagine belle (accogliere una nuova vita, fecondità allargata, essere figli, anziani, essere fratelli…) di cui consiglio la lettura.

Il cap.6 (“Alcune prospettive pastorali”) si rivolge soprattutto a chi (preti, religiosi e laici) opera nella pastorale familiare e contiene suggestioni interessanti sia per quanto riguarda l’accompagnamento delle coppie al matrimonio e nei primi anni di vita matrimoniale, sia per quanto concerne l’attenzione alle famiglie ferite, anticipando quanto sarà sviluppato e ripreso nel cap.8. Mi sembra anche da segnalare la constatazione (di cui abbiamo fatto più volte esperienza diretta) della frequente inadeguatezza ed inesperienza dei sacerdoti rispetto alla pastorale familiare, il che segnala problemi nella formazione ricevuta in seminario.

Nel cap.7 (“Rafforzare l’educazione del figli”) di cui pure raccomando la lettura, si trovano osservazioni e consigli in ordine ai problemi che si pongono oggi ai genitori nella educazione etica ed alla fede dei propri figli. Se non mi è sfuggito mi pare tuttavia che manchi un approfondimento riguardo agli esiti, talvolta deludenti (almeno in apparenza, anche se non è detto nella sostanza) dell’ impegno delle famiglie nell’educare alla fede i propri figli.

Il titolo del cap.8 (“Accompagnare, discernere e integrare la fragilità”) ne riassume in modo chiaro i contenuti. E’ il tema di cui più si è discusso nel corso di tutto il cammino sinodale. Si apprezzano e si valorizzano i segni d’amore presenti anche in situazioni “particolari” come la convivenza ed il matrimonio civile. Non viene introdotta una nuova disciplina di tipo canonico ma viene raccomandato ai pastori un esame attento ed una comprensione misericordiosa delle diverse situazioni difficili, con itinerari personalizzati. Il papa capisce chi vorrebbe regole chiare da applicare a tutte le situazioni ma sottolinea che Gesù vuole una chiesa misericordiosa.

Mi sembra insomma che non ci troviamo di fronte ad una “rivoluzione copernicana” (frequenti infatti sono i richiami e le citazioni della “Familiaris consortio” di papa Giovanni Paolo II) ma piuttosto alla raccomandazione di un atteggiamento non rigido ma improntato a discernimento e misericordia .

Infine nel cap.9 (“Spiritualità coniugale e familiare”) si definiscono i caratteri essenziali della spiritualità propria degli sposi e delle famiglie. Mi è parsa una bella novità, anche se forse degli sposi avrebbero potuto scrivere qualcosa di più incisivo e pregnante. Tra l’altro forse andrebbe messa maggiormente in evidenza la centralità della spiritualità della coppia, anche rispetto alla famiglia. Inoltre si sarebbe potuto dedicare più attenzione ai movimenti di spiritualità coniugale, sottolineando l’importanza di un cammino comunitario e del non isolamento da parte degli sposi, anche come aiuto per superare momenti di stanchezza e di difficoltà.

Per chi desidera leggere il documento integrale cliccare su amoris-laetitia

Commenti dei lettori

Condivido appieno la tua lettura, caro Paolo! Ci sono tanti dettagli interessanti su cui approfondire, ma lo scenario generale è realmente una pietra miliare.
Maria Elisabetta

#1 
Scritto da Maria Elisabetta Gandolfi il 25 aprile, 2016 @ 18:10

Ti ringrazio per l’attenzione, cara Maria Elisabetta.

#2 
Scritto da Paolo Natali il 26 aprile, 2016 @ 08:28

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