Dopo il referendum

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 18 aprile, 2016

Il risultato del referendum (hanno votato 32 italiani su 100 e, tra questi il SI ha fatto registrare l’85% dei consensi) conferma a mio giudizio che è stato un errore da parte dei promotori (un certo numero di Regioni) invitare i cittadini italiani ad esprimersi sull’abrogazione di una normatrivelle d’importanza marginale e che interessava solo una parte della popolazione. Niente a che vedere insomma con i referendum che mobilitarono il paese, in anni ormai lontani, su questioni di generale e vitale interesse (divorzio, aborto) o comunque (più di recente) su temi di grande rilievo (nucleare).

Si è fatto un uso strumentale del referendum, come se si votasse non sulla durata delle concessioni estrattive d’idrocarburi entro le 12 miglia marine, ma sull’intera politica energetica del paese, sui cambiamenti climatici e, alla fin fine, sul governo Renzi.

Chi sperava davvero di poter raggiungere il quorum, abrogando una legge ritenuta dannosa, deve convincersi che si sbagliava, perchè solo poco più di un quarto dei cittadini si è dichiarato d’accordo (al 32% dei votanti infatti è giusto togliere quel 5% che ha scelto il NO).

Chi si consola comunque con il 32% di chi ha rifiutato l’astensione e vede in questo una sconfitta di Renzi, dovrebbe ricordare che il fronte del SI comprendeva praticamente tutto lo schieramento parlamentare ad eccezione della maggioranza PD e di qualche centrista.

Nella sua dichiarazione a pochi minuti dalla chiusura delle urne Matteo Renzi mi è sembrato (comprensibilmente) molto teso ma impegnato a circoscrivere le polemiche, senza intestarsi la vittoria.

Assai pieno di animosità rancorosa mi è sembrato il governatore della Puglia, Michele Emiliano.

Infelice poi il tweet ad urne aperte di Ernesto Carbone, un ultrà renziano che avrebbe fatto meglio ad evitare una provocazione inopportuna

Infine io credo che sia del tutto improprio e fuorviante cercare dei nessi, di qualsiasi tipo, tra il risultato di questo referendum abrogativo, le imminenti elezioni amministrative ed il referendum confermativo di autunno sulla riforma costituzionale: si tratta infatti di consultazioni assolutamente diverse, sia nei contenuti, sia per gli effetti sul sistema politico istituzionale del nostro paese.

Commenti dei lettori

Caro Paolo,
ancora una volta condivido dalla prima all’ultima riga il tuo commento…troppa disinformazione se non malainformazione su un argomento che non doveva essere trasformato in referendum.
Laura

#1 
Scritto da Laura Bertacchini il 18 aprile, 2016 @ 11:30

Grazie cara Laura per il tuo apprezzamento. Un saluto anche a Paolo, Marco e Beatrice.

#2 
Scritto da Paolo Natali il 19 aprile, 2016 @ 08:43

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