In ricordo di Felicita

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 9 marzo, 2016

dscf5271

Felicita con Vincenzo ed i figli Ciro e Salvatore al compleanno di Ciro, in ottobre 2011

Ieri, 8 marzo, festa della donna, il giorno successivo al suo onomastico, ci ha lasciato Felicita, giovane donna di 27 anni, madre di tre figli, Ciro, Salvatore ed Immacolata, avuti dal suo compagno Vincenzo.

Felicita era di Napoli e là, dove era andata a passare le vacanze di Natale, è morta, dopo un ricovero di oltre due mesi all’ospedale Cotugno, colpita da un’infezione cerebrale che ha avuto ragione del suo fisico, indebolito dal virus della immunodeficienza umana e provato da una vita dura.

Noi l’avevamo conosciuta circa 7 anni orsono, quando era venuta ad abitare in un alloggio Acer di via Andreini, dopo il suo arrivo a Bologna da Napoli ed il trasferimento dal quartiere Navile.

In tutti questi anni abbiamo cercato di essere vicini a lei ed alla sua famiglia, di sostenerla, non solo economicamente, con i nostri amici e con la Caritas parrocchiale (Vincenzo era ancora alla ricerca di un lavoro stabile e lei stessa non poteva lavorare, tenuto conto del pesante carico famigliare). Abbiamo tentato anche di essere per lei un punto di riferimento, quasi come dei genitori un po’ anziani (era assai più giovane delle nostre figlie).

Abbiamo ancora negli occhi e nel cuore i suoi figli, per i quali aveva una cura ed un amore grande: i due “scugnizzetti” Ciro e Salvatore, che frequantavano ormai le scuole elementari ed il catechismo in parrocchia, dopo essere stati alla scuola materna insieme alle nostre nipoti, e la piccola Imma che avrebbe dovuto cominciare a frequentare la stessa scuola dal prossimo settembre.

Provo una grande tristezza pensando alla breve vita di Felicita che di felicità ne ha conosciuta davvero troppo poca, unita all’amarezza ed al rimpianto per non essere riusciti a fare sì che le sorti di una famiglia nata tra grandi difficoltà potessero via via migliorare fino ad una piena e completa emancipazione. Purtroppo non è stato così ed il peso di questo fallimento, che oggi grava soprattutto su Vincenzo e sui suoi figli, lo sentiamo anche su di noi.

Aggiungi un commento

* usa un nome vero
* non verrà pubblicata