Instabilità politica, triste record

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 4 maggio, 2015

Sul Sole24ore di ieri, domenica 3 maggio, ho trovato un interessante articolo di Luigi Guiso, dal titolo “Instabilità politica, triste record”, accompagnato da un diagramma, che documenta come l’Italia detenga di gran lunga il primato mondiale di crisi di governo.

La statistica, realizzata dal 1970 ad oggi, mostra come in Italia abbiamo avuto circa 1,2 crisi di governo all’anno (cioè la durata media dei governi è stata inferiore all’anno). Il paese che ci segue in graduatoria, il Libano, di crisi ne ha conosciute poco più della metà.

Il paese più virtuoso, la Norvegia, nello stesso periodo ha avuto 0,1 crisi di governo all’anno, vale a dire una crisi (cambio) di governo ogni 10 anni.

sole24oreDi fronte a questi dati Guiso commenta: “La nuova legge elettorale a vocazione maggioritaria e il superamento del bicameralismo perfetto forse non sono la soluzione ultimativa – è possibile che l’instabilità politica sia il riflesso di caratteristiche più profonde del paese. Ma almeno queste riforme: a) si pongono l’obiettivo di risolvere il problema; b) vanno nella direzione che la soluzione richiede.”

Ecco il testo dell’intero articolo, con il grafico allegato (cliccare sull’immagine per ingrandirla)

instabilitapolitica

Commenti dei lettori

Caro Paolo, non entro neanche nel merito dell’italicum perchè - ahimè - ormai la distanza politica fra noi è sostanzialmente incolmabile.

Vorrei solo fare presente che la “virtuosa Norvegia” ha un sistema elettorale che:
1) E’ proporzionale, senza premi di maggioranza o altre menate varie.
2) E’ ad elezione diretta, con i cittadini che nominano i parlamentari senza intermediazione dei partiti.
3) E’ stato bicamerale (bicameralismo perfetto) fino al 2009.

Il motivo principale per cui la Norvegia (e con lei gli altri paesi nordici/scandinavi) ha stabilità politica non è che loro hanno una magica legge elettorale (il “Norvegicum”?), ma è che loro hanno una classe dirigente che:
1) tende a non essere “classe”, con persone che vanno e vengono di legislatura in legislatura.
2) tende a non essere composta da cialtroni e ciarlatani (che siano essi mogul mediatici o rottamatori).

Ma anche se non fosse così (cioè, se fosse davvero il sistema elettorale a garantire stabilità) allora varrebbe la pena riflettere sul fatto che oltre alla Norvegia, anche Sudafrica, Slovacchia, Danimarca, Albania, Bulgaria (i virtuosi della classifica dopo la Norvegia) hanno tutti il proporzionale ad elezione diretta.

La verità - comunque - è che ciascuno di quei paesi è stabile per motivi diversi (l’African National Congress in Sudafrica, per motivi etnici, storici e di corruzione ha 3 volte il numero di consensi del primo partito di opposizione, per fare un esempio), così come ciascun paese è instabile a modo suo (il Libano ha un sistema elettorale in cui il numero dei seggi in parlamento è allocato in base all’appartenenza religiosa, e non al numero di consensi).

#1 
Scritto da mac il 4 maggio, 2015 @ 23:30

Anche l’articolista ipotizza che l’instabilità politica non sia soltanto l’effetto del sistema elettorale. Resta il fatto che, nella nostra situazione, un proporzionale puro e le preferenze non darebbero alcun contributo alla governabilità, anzi…..

#2 
Scritto da Paolo Natali il 5 maggio, 2015 @ 09:16

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