L’AQUILA abbandonata.

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 8 agosto, 2010

laquilaRicevo da un conoscente quest’ amara testimonianza che mi sembra giusto venga conosciuta:

L’AQUILA

Ieri mi ha telefonato l’impiegata di una società di recupero crediti,

per conto di Sky. Mi dice che risulto morosa dal mese di settembre

del 2009 e mi chiede come mai.

Le rispondo che dal 4 aprile dello scorso anno ho lasciato la mia casa e non vi ho più fatto ritorno, causa il terremoto. Il decoder Sky giace schiacciato sotto il peso di una parete crollata. Ammutolisce, si scusa e mi dice che farà presente quanto le ho detto a chi di dovere.

Poi, premurosa, mi chiede se ora, dopo un anno, è tutto a posto. Mi dice di amare la mia città, ha avuto la fortuna di visitarla un paio di anni fa e ne è rimasta affascinata. Ricorda in particolare una scalinata in selciato che dal Duomo scendeva verso la basilica di Collemaggio.

Mi sale il groppo alla gola e le dico che abitavo proprio li. Lei ammutolisce di nuovo poi mi invita a raccontarle cosa è la mia città oggi; lo faccio volentieri.

Le racconto che non posso andare a casa mia quando voglio. I ladri però, indisturbati, ci vanno quando vogliono, Le racconto dei palazzi lasciati lì a morire, che non ci sono i soldi per ricostruire e che non ci sono neanche per aiutare noi a sopravvivere.

Le racconto che, dal primo luglio, torneremo a pagare le tasse ed i contributi, anche se non lavoriamo. Le racconto che pagheremo l’ I.C.I. ed i mutui sulle case distrutte e che ripartiranno regolarmente i pagamenti dei prestiti, anche per chi non ha più nulla. Che non solo torneremo a pagare le tasse, ma che dovremo restituire subito tutte quelle non pagate dal 6 aprile in poi.

Le racconto che, a luglio, un terremotato con uno stipendio lordo di 2000 euro, avrà in busta paga una retribuzione netta di 734 euro. Che lo Stato, contrariamente a quanto aveva promesso inizialmente, non versa ai cittadini, quelli che si gestiscono da soli (e sono ben 27.000), neanche quel piccolo contributo di 200 euro mensili, che potrebbe aiutarli a pagare un affitto.

Le racconto che i prezzi degli affitti sono triplicati, senza nessun controllo e che non viene fatto nulla. Che io, che abito in un paesino di 500 anime, pago di affitto quanto Bertolaso pagava per un appartamento in via Giulia a Roma. La sento respirare pesantemente.

Le parlo dei nuovi quartieri popolari costruiti a prezzi di residenze di lusso. Le racconto la vita delle persone che abitano lì, come in alveari senz’anima, senza servizi, senza neanche un giornalaio o un bar. Le racconto degli anziani che sono stati sradicati dalla loro terra, lontani chilometri e chilometri.

Le parlo dei professionisti che se ne sono andati via, delle iscrizioni alle scuole superiori che sono in netto calo. Le racconto di una città che muore e che non viene fatto nulla per farla rinascere.

Lei mi risponde, con la voce che le trema ” non è possibile che non si sappia niente di tutto questo, non potete restare così, la gente deve sapere. Chiamate i giornalisti televisivi, dovete dirglielo. Chiamate la stampa, devono scriverlo “

Le ho risposto amareggiata ” Loro non scrivono, l’Aquila non interessa più “.

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