Si torna a parlare di aborto

Questo post è stato scritto da Paolo Natali il 3 aprile, 2010

Le recenti dichiarazioni dei governatori leghisti Cota e Zaia contro la pillola RU486, rettificate nel giro di 24 ore (il che la dice lunga sul carattere esclusivamente strumentale e mediatico delle medesime e sul basso ru486profilo istituzionale della Lega) offrono comunque l’occasione per tornare a riflettere sulla piaga dell’aborto e sulla legge 194/1978 che regolamenta l’IVG (Interruzione Volontaria della Gravidanza) nel nostro paese.

L’indisponibilità della vita, dal concepimento fino alla morte naturale è certamente uno dei “valori non negoziabili” secondo il Magistero della Chiesa. Ciò significa che il cristiano, personalmente, rifiuta incondizionatamente l’aborto. Come legislatore, tuttavia, di fronte al dramma dell’aborto, come di fronte a tutti i “valori non negoziabili”, egli si pone doverosamente l’obiettivo di perseguire se non il bene assoluto almeno il male minore, nelle condizioni date.

La legge 194/1978, da questo punto di vista, è una legge accettabile (nessuno oggi, responsabilmente, ne chiede l’abrogazione) che ha eliminato (o almeno ridotto ai minimi termini) l’aborto clandestino e che ha prodotto un calo costante, anno dopo anno, degli aborti chirurgici, nonostante il numero crescente degli aborti praticati dalle donne immigrate.

Non credo che l’uso della pillola RU486 (somministrata nelle strutture ospedaliere e sotto controllo medico) provocherà una banalizzazione dell’aborto ed un ricorso più frequente all’aborto stesso: le statistiche dei paesi nei quali essa viene utilizzata da tempo lo dimostrano; ma soprattutto nessuna donna affronta a cuor leggero il dramma dell’IVG, indipendentemente dal modo com cui essa è praticata.

Il problema vero è piuttosto quello dell’applicazione integrale della legge 194, anche nella sua parte che punta alla prevenzione. Si tratta allora di condurre una battaglia per rimuovere alla radice le cause culturali e socioeconomiche che sono alla base della scelta sempre dolorosa e drammatica dell’aborto.

In concreto si tratta, ad esempio, di applicare anche a Bologna le linee guida regionali che aprono la strada in modo formale e strutturato alla collaborazione fra servizi pubblici sociosanitari del territorio ed associazioni come il consultorio del Servizio Accoglienza alla Vita che svolge da tempo una meritoria attività di sostegno della scelta di maternità delle donne che ad esso scelgono volontariamente di rivolgersi.

Lo scioglimento del Consiglio comunale di Bologna ha interrotto un’ iniziativa che anche personalmente, insieme ad altri amici, stavo svolgendo per raggiungere questo obiettivo. Spero che si possa riprenderla al più presto!

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Commenti dei lettori

Questo commento dimostra una totale disinformazione sul dibattito in merito all’applicazionbe della legge 194 e, cosa ancora più grave, una non conoscenza dei contenuti e dei principi ispiratori della legge stessa. Peccato davvero.

#1 
Scritto da Paolo Natali il 6 aprile, 2010 @ 21:57

Condivido in toto quanto hai scritto sulla 194. Tonino

#2 
Scritto da Tonino Lucci il 11 aprile, 2010 @ 18:55

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